La pandemia e l’economia di guerra hanno ulteriormente rafforzato il regime sionista. Durante la pandemia i media hanno spesso indicato l’occupante israeliano come un modello da seguire per le sue capacità tecnologiche e di controllo sulla popolazione; capacità affinate in settantaquattro anni di occupazione delle terre e dei corpi palestinesi. Il conflitto in Ucraina ha ulteriormente rafforzato il regime israeliano che ha accresciuto la sua posizione di partner energetico per l’Europa e modello di stato militarista. In una fase in cui governi e lobby economiche continuano a parlarci di armi, crescita del PIL, grandi opere, l’entità sionista diventa un esempio da imitare e un punto di riferimento per lo sviluppo di tecnologie e tattiche militari.
I legami di Italia e UE con l’entità sionista non sono certo una novità, ma è innegabile che stiamo assistendo ad un loro rafforzamento che si esprime nell’aumento degli scambi commerciali, delle collaborazioni industriali e delle esercitazioni militari congiunte.
Come Giovani Palestinesi d’Italia (GPI) e Giovani e Palestina (GeP) ci stiamo muovendo anche a Bologna e in Emilia Romagna per denunciare e combattere questi legami. Nel marzo scorso abbiamo pubblicato un opuscolo di denuncia delle collaborazioni tra UniBo ed enti, aziende e istituzioni israeliane. L’UniBo ha pubblicamente dichiarato che “non è un problema” essere complice di chi collabora al mantenimento di un regime coloniale e di apartheid. La proposta di un percorso di convergenza verso, e oltre, il 22 ottobre non poteva che vederci interessati e coincide con obiettivi e propositi del nostro lavoro politico nei prossimi mesi. Nel nostro piccolo abbiamo dato vita ad un percorso di convergenza che ha visto numerose realtà e soggettività cittadine collaborare per la ricerca e scrittura dell’opuscolo e per organizzare e partecipare alle piazze bolognesi. Una collaborazione che non è stata mera somma, ma la costruzione di un nuovo percorso, come riteniamo debba essere la convergenza verso il 22 ottobre.
Negli scorsi mesi le piazze bolognesi si sono riempite al grido di Palestina Libera e siamo sicuri che torneranno a farlo prossimamente, a partire dallo stesso 22 ottobre. Queste piazze sono state attraversate da migliaia di persone, molte delle quali giovani della periferia, che non hanno ancora espresso tutto il loro potenziale. Il percorso verso, e oltre, il 22 ottobre vuole essere per noi un momento in cui far convergere queste energie nella lotta per la Palestina ed in quelle contro il carovita, contro le grandi opere inutili, per una casa per tuttə, per reddito e salario degni. Perché riteniamo che “è l’attuale modo di produzione e consumo ad essere inquinante, ed è dal suo cambiamento radicale che bisogna ripartire”.
Giovani Palestinesi d’Italia
Giovani e Palestina