Il 22 ottobre Insorgiamo per salvare il clima.
Non c’è più tempo: il richiamo arriva dalla comunità scientifica, dai gravi eventi che impattano, con ingenti danni e vittime, sempre più frequentemente su zone abitate ed agricole: occorre denunciare con forza che l’impegno contro il cambiamento climatico è sempre più una priorità.
La crisi climatica sta ricadendo sulle diverse attività economiche e le criticità energetiche stanno toccando sempre maggiormente le condizioni materiali della popolazione, con esiti che si profilano drammatici per le classi meno abbienti.
In un Paese in cui la mobilità privata è responsabile del 25% delle emissioni di CO2, le scelte nazionali e locali debbono virare verso la mobilità elettrica, pubblica e condivisa, cambiando rotta rispetto allo stanziamento, anche nella nostra regione, di ingenti risorse per costruire nuove autostrade o potenziare quelle esistenti, come è il caso emblematico del Passante detto di “nuova generazione”, la cui realizzazione va fermata: sono opere legate al passato che portano a consumare suolo, ad alimentare il traffico, incrementando anziché ridurre l’impatto che grava da decenni sulla salute della popolazione.
Lo spostamento su ferro delle merci di lunga e media percorrenza avrebbe il vantaggio di liberare le arterie auto-stradali principali, riducendo l’inquinamento, e di abbattere i costi di trasporto.
In particolare a Bologna si deve investire sul “ferro”, rispondendo ad impegni inevasi da decenni, come è per il potenziamento della rete, del servizio e delle frequenze dei treni regionali e del SFM,
(il cui completamento costituisce la primaria risposta all’allargamento della tangenziale-autostrada), realizzando linee di tram ben intrecciate con gli altri rami del trasporto pubblico e condivise con la cittadinanza ed elettrificando l’intero parco bus.
La crisi energetica che ci sta attanagliando evidenzia i colpevoli ritardi strategici a livello legislativo e il permanere di vincoli burocratici che hanno portato al rallentamento della costruzione di impianti eolici e fotovoltaici. Al contrario vengono mantenute in essere ancora troppe dipendenze dalle fonti
fossili e, in relazione alle attuali criticità geopolitiche sugli approvvigionamenti energetici, le rotte dei decisori politici vertono ad incrementare la ricerca e l’uso prolungato di impianti a gas o addirittura a carbone.
Nella nostra città e in regione, in emergenza climatica (come da Dichiarazioni del 2019), mentre ci si avvia a sdoganare finalmente un grande impianto eolico al largo di Rimini, ci si accinge a stipulare un contratto di venti anni per il funzionamento dall’estate 2024 del rigassificatore di Ravenna, con
una motivazione che mette in conto una guerra infinita (e programmi di riarmo) che, anche per ragioni ecologiche, dobbiamo fermare.
Sempre a Ravenna si prospetta ancora la costruzione di un faraonico impianto di cattura e stoccaggio della CO2, nella logica di continuare a sfruttare impianti alimentati da fonti fossili.
Il via libera rapido agli impianti di rinnovabili, un programma verificabile di conversione negli edifici pubblici e l’impulso alle comunità energetiche possono costituire l’alternativa alle criticità attuali, e diffondere capillarmente una pratica solidale ed efficace per la produzione e la distribuzione di
energia elettrica anche nell’ottica del risparmio per le famiglie.
Concorreremo a dare forza alla voce di chi si oppone ad opere dannose ed inutili, come il Passante, un caso di valenza nazionale, battendosi per un’autentica transizione ecologica e per la giustizia climatica: l’appuntamento è per il 22 ottobre alle ore 15, con partenza del corteo da piazza XX Settembre “Insorgiamo” con la partecipazione dei lavoratori della GKN e delle realtà regionali che si battono contro la crisi climatica ed ambientale.
Legambiente Bologna