Contro la Democrazia “dei signori” serve un modo nuovo di prendere le decisioni: le assemblee cittadine.
A una decina di giorni dalle elezioni politiche meno partecipate della storia della Repubblica, è ancora più chiaro che viviamo in quella che Canfora definisce “Democrazia dei signori”. Una democrazia di facciata, meramente procedurale, un esercizio per richiamare un concetto legittimante, piuttosto che una serie di meccanismi a disposizione dei cittadini per governarsi. Un processo di svuotamento della Democrazia Rappresentativa in atto da più di un ventennio e che, in Italia, è stato accelerato negli ultimi anni da leggi elettorali e riforme che hanno picconato la rappresentanza politica. Ad affossarla definitivamente, invece, ci ha pensato l’involuzione dei partiti politici, che in poche decadi sono passati da essere il collante tra la società e le istituzioni, e motore del progresso politico, a meri comitati elettorali per candidati imposti dalla leadership, in totale spregio al volere della “base elettorale”. La combinazione di queste due tendenze ha scollegato la politica dalla società e ha fatto perdere ai cittadini l’interesse verso la res publica. In un contesto come questo, i grandi capitali hanno gioco facile nell’affermare i loro enormi interessi a discapito del bene pubblico. Dinamiche che si osservano in ogni angolo del nostro Paese, a ogni livello di governo. Anche qui, nella sedicente “Regione più progressista d’Italia”, dove si allargano autostrade in piena emergenza climatica.
Nel 2016, in occasione dell’elaborazione del progetto di allargamento del Passante di Mezzo, la società autostrade promosse un percorso partecipato con i residenti delle zone coinvolte dai lavori, con l’obiettivo di integrare il progetto con le loro osservazioni. Anche in questo caso, il concetto di partecipazione è stato svuotato appositamente per essere usato come un bollino di garanzia democratica. Infatti, il processo si rivelò fuffa: nessuna delle osservazioni venne accolta e il risultato fu un’amara verità per i partecipanti: il Passante si sarebbe fatto ad ogni costo, indipendentemente dalla volontà dei cittadine/i.
Aderiamo alla Convergenza con entusiasmo perché crediamo che l’unico modo per sovvertire un sistema che polverizza e atomizza le lotte sia quello di camminare insieme, ognuno con la propria identità e con le proprie pratiche, verso un mondo nuovo. Immaginiamo che anche la voce dei più deboli possa essere rappresentata, che le persone possano partecipare attivamente alla vita pubblica, in maniera costante, prendendo decisioni invece di subirle. Per far ciò, riteniamo indispensabile darci nuovi strumenti per ampliare la partecipazione cittadina e risollevare la democrazia. Per questo motivo, chiediamo che vengano istituite assemblee cittadine a ogni livello di governo, i cui membri saranno estratti a sorte e debitamente affiancanti dagli esperti dei temi in discussione, e che abbiano potere decisionale per elaborare proposte di legge. Le assemblee cittadine sono una realtà nel mondo già dal 2003, e sono state applicate a svariati temi, addirittura per modificare la costituzione irlandese e introdurre il matrimonio egualitario.
A Bologna, dopo 2 scioperi della fame, diverse azioni dirette e due anni e mezzo di negoziato, siamo riusciti a modificare lo Statuto Comunale e a far approvare il regolamento della prima assemblea cittadina in Italia, sui temi legati alla giustizia climatica. In tutta Italia siamo attivi per portare avanti questa richiesta, affidandoci alla disobbedienza civile e alle azioni dirette non violente. Sappiamo di rivolgerci a persone deluse e ormai scettiche dalla democrazia, siamo a disposizione di chiunque per discutere insieme. Perché la democrazia o la innoviamo insieme oppure muore.
Con rabbia e amore.
Extinction Rebellion Bologna.