CONVERGERE per la SALUTE PUBBLICA: PER QUESTO, PER ALTRO, PER TUTTO!

A due anni e mezzo dallo scoppio della pandemia Covid-19, poco o nulla è cambiato rispetto alle condizioni sindemiche che hanno fatto sì che il virus colpisse ancora più duramente chi quotidianamente subisce discriminazioni di classe, genere, etnia, status migratorio, condizione abitativa e così via. La pandemia infatti ha messo ulteriormente in luce quanto anche le malattie non sono uguali per tutt*. Se alcune patologie diffuse trovano la propria origine nella devastazione di territori e risorse naturali per lo sfruttamento, è innegabile che morbilità e mortalità siano in tutto il globo incommensurabilmente più drammatiche per le persone quotidianamente sfruttate anziché per i padroni.

Fin dai primi mesi abbiamo rivendicato come la nostra salute dipenda dalla possibilità di accedere a condizioni di vita dignitose, a beni e risorse per soddisfare i nostri bisogni fondamentali.Eppure, la nostra salute continua ad essere esposta a nocività sempre più varie. La crisi ecoclimatica e quella socioeconomica sono intrecciate e diventano determinanti fondamentali della salute collettiva.

Tra queste, i rischi diretti e indiretti connessi all’arrivo della guerra in Europa. Dopo decenni in cui l’occidente capitalistico l’ha esportata in tutto il Sud del mondo, le popolazioni europee stanno toccando con mano le conseguenze dirette e indirette di un conflitto che non hanno certo scelto di scatenare, dagli effetti devastanti del conflitto sulle popolazioni di Russia e Ucraina, all’economia di guerra imposta con sanzioni, austerity e un aumento del carovita che mina alla base la nostra capacità di assolvere bisogni fondamentali. Non riscaldarsi poiché non si può pagare una bolletta, rinunciare alle cure e ad alimentarsi adeguatamente è il prezzo che ci viene chiesto di pagare, e che mina direttamente la nostra salute.

L’economia di guerra si salda peraltro al taglio del salario indiretto, già in atto con le privatizzazioni e i definanziamenti dei servizi alle persone, a cominciare dal Servizio Sanitario Nazionale (SSN) e dai servizi sociali, proprio quando, con la pandemia, era diventata evidente la necessità di una loro radicale ricostruzione.

In un servizio che identifica il concetto di cura nella distribuzione di farmaci (oltre il 30% della popolazione italiana risulta malata cronica), senza porsi il problema della riduzione e prevenzione di tutti i fattori di rischio e nocività che moltiplicano l’insorgenza di patologie e determinano malattie affrontate come eventi ‘singoli’ anziché come (s)oggetti di pratiche e concetti di cura olistici. Pertanto, la lotta per la salute non può che collegarsi alla difesa dei territori, alle lotte sui luoghi di lavoro, contro sfruttamento, disoccupazione, precarietà e oggi ancor più contro il carovita.

Lottiamo per la difesa del diritto fondamentale alla salute, che in questi anni è stato sotto attacco, il potenziamento del Servizio Sanitario Nazionale, propriamente detto e non del privato che fa profitto, a partire da un piano di assunzioni adeguato e dai diritti dei lavoratori, e dalla fine dell’assurdo numero chiuso nelle facoltà di medicina; lottiamo per la necessità di avviare un processo di presa in carico e cura che parta dalla medicina di base e territoriale, dai servizi sociali e dalla difesa della salute riproduttiva; tale processo non deve essere abbandonato, ma potenziato, in questa fase che evidenzia una delicatezza ancora maggiore delle reti di integrazione tra ospedale e territorio, tra servizi sanitari e sociali.

A queste lotte devono inoltre affiancarsi quelle per l’estensione dei diritti delle persone disabili, psichiatrizzate, ed anziane ancor oggi vittime di un’istituzionalizzazione che si è rivelata particolarmente violenta nel contesto pandemico. Infine, riteniamo che sia fondamentali battersi contro il carovita e contro la messa a profitto di beni e risorse essenziali (da acqua, gas ed elettricità alle risorse alimentari) senza i quali la nostra salute viene e verrà quotidianamente minata. Per il 22 ottobre a Bologna le reti ecologiste e in lotta contro i cambiamenti climatici, hanno saldato le proprie rivendicazioni a quelle degli operai riunitisi nel collettivo di fabbrica della GKN; insieme a numerose altre soggettività hanno messo in evidenza e gridato la necessità di convergere per insorgere.

Il 5 Novembre a Napoli, con la stessa modalità, diverse soggettività (dal Movimento di Lotta – Disoccupati “7 Novembre” al Collettivo di Fabbrica GKN, passando per i Movimenti per il Diritto all’Abitare) scenderanno in piazza a Napoli per una mobilitazione che chiama ad insorgere città e aree in crisi contro il carovita.

Per questi motivi, come promotori dei Congressi per la Salute, facciamo appello a lavoratori e lavoratrici della sanità, a tutt* coloro che usufruendo del Servizio Sanitario ne sono direttamente coinvolt*, a chi lotta quotidianamente per la Salute propria e collettiva, ai movimenti, i comitati, le associazioni e le organizzazioni che a vario titolo lottano sui temi della Salute, per convergere negli appuntamenti di mobilitazione del 22 Ottobre a Bologna e del 5 Novembre a Napoli. Saranno giornate importanti per tutte le soggettività in lotta per la salute, sia nella costruzione di convergenze sempre più forti tra ambiti diversi, ma la cui connessione ci sembra oggi evidente, quanto per la possibilità che daremo ai partecipanti alle iniziative di fermarsi il 23 Ottobre e il 6 Novembre, rispettivamente a Bologna e Napoli, per incontrarsi in assemblea e rilanciare la lotta per il diritto alla salute. Questi momenti di lotta e convergenza sono sempre più necessari alla luce degli eventi del nostro tempo. Tutt* insieme il 22 Ottobre a Bologna ed il 5 Novembre a Napoli, per questo, per altro, per tutto.

22 Ottobre ore 15, piazza XX Settembre, Bologna CONVERGERE PER INSORGERE: manifestazione a Bologna

5 Novembre ore 14, piazza Garibaldi, Napoli Tocca a noi! Verso il 5 Novembre “INSORGIAMO al Sud”

– Realtà promotrici dei Congressi per la Salute-

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